Per chirurgia (gr: cheirourgia da χείρ, χειρός, mano ed ἔργον, opera) etimologicamente si intende una attività lavorativa manuale.

In effetti essa si identifica nella scienza che si occupa di studiare quelle malattie che potendo essere curate con le proprie mani vengono appunto dette chirurgiche. Considerata una branca delle scienze mediche, in realtà riveste pari dignità, come testimonia la storia della sua evoluzione, delle contrapposizioni e dei percorsi diversificati rispetto alla medicina nel corso di molti secoli e la definitiva riunificazione in un corso di studi universitari comune che conferisce appunto la laurea in Medicina e Chirurgia.

Si interessa dei vari aspetti (eziologiadiagnositerapia) di tutte quelle patologie che per vari motivi non possono essere trattate conservativamente, come nel caso di alcuni traumi, delle complicanze, della non responsività alla terapia farmacologica.

Scheletri risalenti all’epoca del neolitico mostrano esiti di fratture consolidate e di trapanazioni craniche con segni di rigenerazione ossea, testimonianza di interventi seguiti da guarigione.

   Cranio con foro da trapanazione

Così la storia documentata più antica, risalente a circa tremila anni fa, ci tramanda una chirurgia in grado di utilizzare tecniche e strumenti sempre più sofisticati, con utilizzo strumentale di leghe metalliche, e chirurghi dotati di straordinaria abilità manuale.

Io credo che, ad oggi, le cose non siano cambiate nella loro essenza rispetto a tremila anni fa. Il mio impegno nella pratica chirurgica, infatti, è volto al ripristino funzionale e al recupero del benessere del paziente, attraverso una chirurgia che si è fatta sempre più all’avanguardia e sempre più sofisticata ma che rimane pur sempre una pratica che necessita fortemente di abilità manuale.